Lo scorso dicembre nasceva Galileo, il nuovo sistema di navigazione che nelle intenzioni dell’ESA potrebbe, se non sostituire, quantomeno togliere il monopolio al famosissimo sistema made in USA, il GPS.

 

Sia chiaro: il sistema non è ancora operativo ed anzi si prospetta che lo diventi entro il 2020, quando tutti i satelliti che ne garantiranno la copertura saranno messi in orbita.

 

Galileo che a detta dei progettisti garantirà un errore di precisione addirittura al millimetro (il GPS ha un errore al metro ndr) non è però l’unica iniziativa in questo senso: la Russia ad esempio utilizza un proprio sistema di geolocalizzazione chiamato GLONASS, mentre i Cinesi un altro chiamato Beidou.

Galileo che ha avuto una gestazione di ben 17 anni ed un costo di 10 miliardi di euro, non è però detto che sarà il sistema di riferimento per la geolocalizzazione e che sarà automaticamente il sostituto del GPS.

Al contrario non è inverosimile pensare che i due sistemi possano coesistere più che sostituirsi, magari innescando una nuova corsa al miglioramento e alla competizione commerciale che, nella migliore delle ipotesi, potrebbe tradursi anche in costi più calmierati per l’utenza in generale.

Per il settore Marittimo ed Aeronautico è però indubbio che poter fare affidamento su 2 sistemi, chiaramente dipendenti da una rete satellitare distinta l’una dall’altra, potrebbe garantire una ridondanza preziosissima in caso di gusto ad uno dei due sistemi.

In aggiunta un sistema che possa garantire una precisione maggiore, magari se non al millimetro al centimetro, potrebbe essere una vera e propria manna soprattutto per quel che riguarda la navigazione costiera o più in generale quella in acquee ristrette dove la consapevolezza e la precisione della propria posizione giocano chiaramente un fattore tutt’altro che trascurabile sotto il profilo della sicurezza in mare.

Naturalmente il tutto è ancora da vedere applicato sul campo, ma gli effetti anche per la nautica potrebbero essere non di secondaria importanza.

 

Per il momento può rimanere la speranza e l’attesa: sarà tutta utopia o una realtà prossima? Staremo a vedere.

 

Daniele Motta
Perito e Consulente Navale
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www.perizienavali.it

Articolo pubblicato su Nautica Report

 

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