Spesso capita di trovare armatori che dopo parecchi sacrifici, passioni e grandi spese si ritrovino a dover mettere in vendita la propria barca, se non addirittura svenderla. Certo, in questi anni c’è stata (e forse c’èresize ancora) una crisi che ha messo in serie difficoltà soprattutto i piccoli e i medi armatori ma è sempre e solo una questione di budget o tutta colpa delle crisi? Sicuramente no.

A volte avere una visione a 10 – 15 anni di tempo può essere la vera medicina per tutelare, perlomeno un po’ di più, il proprio investimento. Spesso, e ad onore del vero legittimamente, la barca da diporto, piccola o grande che sia, viene, per l’appunto, acquistata per scopi diportistici precludendo di fatto ogni tipo di eventuale entrata che possa quantomeno, soprattutto nei tempi di magra, far ammortizzare alcune delle immancabili spese che si hanno nel mantenere una barca.

Attualmente il diporto, e da diversi anni, vive infatti con due anime: quella ludica (tradizionale) e quella commerciale. A queste opzioni, almeno riferendoci alla normativa italiana, è subentrato ad esempio anche il noleggio occasionale, il quale seppur non permette le potenzialità economiche di un utilizzo commerciale offre quantomeno la possibilità di limare qualche spesa.

Altro capitolo deve essere sicuramente ricercato anche sui fattori che ricadono sull’ormeggio, le tassazioni e gli adempimenti di vario tipo, nella bandiera e negli immancabili costi di manutenzione.

Questi ultimi sono direttamente correlati ad una futura buona ri-vendita (qualora sia proprio l’ultima spiaggia) dell’imbarcazione in quanto i lavori ordinari e straordinari possono mantenere o, addirittura, far alzare il valore dell’unità rispetto alle barche simili o similari.

Sempre su questa falsa riga è anche importante poter dimostrare, meglio se sempre, l’effettiva esecuzione di quel dato lavoro o intervento, tramite fatture e documenti, non in ultimo per dimostrare, senza dubbio alcuno, l’effettivo importo ed implicitamente la loro stessa realizzazione.

Ma non sono solo queste le cose che dovrebbero essere analizzate. Ad esempio può essere assai importante sapere, eventualmente, a quale mediatore affidare la vendita e attraverso quali canali verrà pubblicizzata la stessa. Questo è un fattore assai importante in quanto la scelta di questo o quel dato canale potrebbe, sempre per fare degli esempi, alienare una data fetta di possibili acquirenti, magari stranieri, che potrebbero usare differenti canali di ricerca.

A questo si aggiunge anche quella che dovrebbe essere una esaustiva descrizione dell’imbarcazione, meglio se seguita da una buona quantità di materiale fotografico che si riferisca, in termini temporali, all’attuale stato dell’imbarcazione, almeno per evitare, come spesso accade, che l’acquirente si ritrovi a visitare una barca che si discosta molto dal materiale fotografico pubblicato.

Anche l’ordine e la disponibilità di eventuali documenti che riguardano l’imbarcazione non potrà che essere visto come un’importante messaggio di serietà e precisione, anche da chi si appresta a vendere.

Dunque che si sia in procinto di vendere un’imbarcazione o si voglia evitare di farlo, meglio sempre prendere non solo le dovute precauzioni ma avere sempre una visione su come impiegare e mantenere il proprio mezzo negli anni.

 

Daniele Motta
Perito e Consulente Navale
Tel. +39 389 006 3921
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