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La crisi ha profondamente segnato il mercato nautico italiano. Capire i dati della crisi può essere utile per comprendere quanta strada si deve ancora fare per tornare ai livelli pre-crisi

Tra i molti dati che abbiamo avuto modo di visionare negli ultimi mesi, da quelli dei leasing per passare ad esportazioni e vendite, il settore nautico sembra essere in decisa ripresa.

Tuttavia per avere un termometro di più ampio respiro (che non tenga conto solo delle vendite di nuovi yacht o dei contratti di leasing), per valutare quindi con maggiore oggettività il mercato nautico nazionale, bisognerebbe analizzare anche altri parametri.

Per questo abbiamo ripreso una ricerca effettuata dalla CNA, che offre un’interessante fotografia, a partire dal 2008, sull’andamento dell’industria nautica italiana. Nel 2008 il fatturato complessivo del comparto ammontava a 6 miliardi di euro per arrivare nel 2014 a 1,7 miliardi. Una vera e propria caduta libera insomma.

Nel 2015 e nel 2016, invece, si è finalmente invertita la tendenza: si è infatti registrata una ripresa a doppia cifra, rispettivamente del +15% e del +11%. Tuttavia, come rivela sempre l’analisi della CNA, a crescere sono state soprattutto le esportazioni, che rappresentano oltre il 90% del fatturato complessivo.

Sul fronte dell’occupazione, invece, l’indagine rivela come in soli 5 anni la nautica abbia visto chiudere ben 446 imprese (-13.9%) e quasi 3 mila sono stati i posti di lavoro persi (-21.4%). La media di addetti per impresa si è infatti ridotta da 4,4 a 4.

Dunque una vera e propria ecatombe economica e sociale, senza contare la galassia, assai ampia, dei lavoratori autonomi (periti, mediatori, raccomandatari, consulenti ecc.). Il tutto fa percepire chiaramente i costi della crisi e la molta strada ancora da fare per tornare ai livelli precedenti.

Altro fattore da sottolineare, che probabilmente preoccuperà i molti operatori dell’indotto e dei servizi, è proprio il fatto che la stragrande maggioranza del fatturato dell’industria nautica italiana proviene da commesse estere.

Questo dato conferma quindi l’urgenza di promuovere un’efficace politica economica e normativa atta a rilanciare il cluster marittimo nazionale, rendendolo più semplice, più appetibile e conveniente.

Daniele Motta

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